I componenti dell’acquario: UPS (Gruppo di continuità) per non rimanere senza corrente
Categoria Fai da te e tecnicaA cosa serve l’UPS – Gruppo di continuità?
Durante la vita di un acquario capitare che, a causa di sbalzi di tensione, disturbi nella linea o per la mancanza improvvisa della corrente elettrica, le apparecchiature elettriche di casa (inclusa la pompa del nostro filtro) si spengano e si possano danneggiare irreparabilmente e di conseguenza non funzionare più; oppure è possibile che i pesci risentano di questo stop. Non tutte le vasche necessitano di un UPS, soprattutto se la casa non resta vuota spesso per alcuni giorni.
Dato che prevenire è meglio che curare, per evitare questi ed altri problemi, andando a spendere circa 100 euro (o anche meno), possiamo evitare di dover rifare una vasca istallando un UPS.
Un gruppo di continuità consente di proteggere dagli sbalzi di tensione, e al tempo stesso di mantenere alimentati, tutti gli apparecchi ad esso collegati per un certo periodo di tempo.
Per far questo, all’interno del gruppo di continuità sono presenti delle comuni batterie (in genere da 12 Volt), un alimentatore (che ricarica le batterie) ed un inverter (che genera corrente a 220v dalle batterie).
Come scegliere un UPS
E’ doveroso premettere esistono essenzialmente 3 topologie di gruppi di continuità (UPS):
- Off-line: chiamati anche standby, questi gruppi di continuità sono quelli più economici, offrono una piccola autonomia ed entrano in funzione dopo circa 5-10 millisecondi e non hanno, di solito, alcun tipo di protezione da eventuali disturbi o sbalzi di tensione, in quanto le apparecchiature vengono alimentate direttamente dalla rete elettrica;
- On-line: chiamati anche a doppia conversione, sono i gruppi di continuità migliori in quanto entrano in funzione immediatamente ed offrono una protezione totale, infatti le apparecchiature vengono alimentate direttamente dalla batteria e non dalla rete elettrica consentendo così di prevenire disturbi e al tempo stesso di stabilizzare la corrente e/o raddrizzare la tensione in caso di necessità. Possono costare il doppio, se non il triplo, di quelli offline visto che sono adatti per proteggere anche server e data center e l’unico svantaggio che hanno è il consumo maggiore dovuto al loro modo di funzionare;
- Line-interactive: sono una via di mezzo tra gli offline e gli online in quanto offrono una protezione superiore degli offline (magari tramite AVR) ma non quanto quella offerta dagli online. Entrano in funzione dopo circa 5 millisecondi ed hanno un buon rapporto tra prezzo e prestazioni, quindi possono essere la scelta migliore se si ha un budget limitato e non è possibile acquistare un gruppo di continuità online.
Fatta questa premessa, accademica ma utile, vi è da dire che ai nostri fini, non è interessante tanto il tempo di attacco di un UPS (parliamo di millisecondi) quanto invece la possibilità di filtrare l’onda in uscita e il tempo di mantenimento in funzione in caso di assenza di corrente.
Oltre alla topologia, quello che cambia tra un gruppo di continuità ed un altro, è anche il tipo di onda sinusoidale, della tensione, che esce dall’UPS e che alimenta le apparecchiature collegate.
Questa onda sinusoidale può essere quadra:
approssimata (chiamata anche pseudo sinusoidale):
L’onda sinusoidale peggiore è quella quadra mentre la migliore è quella pura (negli UPS di qualità, l’onda sinusoidale in uscita, è addirittura migliore di quella in entrata), quindi se è possibile scegliere sempre un gruppo di continuità con un’onda sinusoidale pura (o al limite uno con un’onda sinusoidale approssimata), anche se porta il prezzo dell’UPS ad aumentare notevolmente, ma offre indubbi vantaggi e, se è possibile, lasciate perdere quelli con un’onda sinusoidale quadra (che andrebbero usati solo con dispositivi che hanno un alimentatore esterno e non un attacco diretto).
Oltre a questo, in genere gli UPS possiedono due gruppi di uscite: un gruppo collegato direttamente alle batterie e l’altro gruppo solo filtrato (che non offre alcun tipo di alimentazione in mancanza di corrente).
Tipologie di ingressi
Quando si acquista un gruppo di continuità devi guardare anche il tipo di uscite che sono presenti dietro l’UPS, questo perché possono essere sia IECC13/C14 come nella seguente immagine:
sia schuko come in quest’altra immagine:
Mentre se si acquista un gruppo di continuità con uscite schuko non si dovrebbero avere problemi, nel caso invece un gruppo di continuità con ingressi IEC, per poter collegare le altre apparecchiature, bisogna acquistare (o, volendo, creare faidatè) un adattatore come questo:
oppure una multi presa con attacco di tipo IEC, come ad esempio questa della Tecnoware:
Calcolare la potenza del gruppo di continuità
Per calcolare la corretta potenza del gruppo di continuità ai nostri fini, è necessario tenere in considerazione quante apparecchiature si vogliono collegare e proteggere e, molto importante, il tempo di autonomia desiderato in caso di interruzione dell’alimentazione.
Nel caso di un acquario, dobbiamo limitare al minimo indispensabile le apparecchiature collegate in maniera tale da aver un minor carico possibile e di conseguenza avere una maggior durata ad un costo minore. Ad esempio nel mio caso, dove la vasca è in cucina e quindi anche in inverno la temperatura non scende mai sotto i 17 gradi e data la fauna che tollera temperature temperate, considero solo il consumo del filtro. Le luci vengono escluse, è meglio qualche ora di buio piuttosto che una durata nettamente inferiore della batteria.
Purtroppo, mentre la potenza degli apparecchi alimentati viene espressa in Watt, quella dei gruppi di continuità viene espressa invece, di solito, in Volt Ampere (VA) quindi per calcolare la potenza del gruppo di continuità bisogna convertire i watt in VA oppure i VA in watt attraverso una delle seguenti formule:
Potenza attiva (watt) = Potenza apparente (VA) per fattore di potenza
Da questa si ottiene la formula per calcolare la potenza di tutte le apparecchiature elettroniche (UPS ed alimentatori compresi):
Potenza apparente (VA) = Potenza attiva (watt) diviso fattore di potenza.
Convenzionalmente il valore in VA è circa 1.4 volte, cioè 1/0.7, il valore in watt.
Comunque sia, ai watt ottenuti, è sempre meglio aggiungere almeno un altro 20-25% in più di potena apparente in più (watt), questo per stare più tranquilli e per eventuali espansioni future.
Nel mio caso il filtro esterno consuma 13 W (Tetra EX700) quindi la potenza assorbita in VA sarà:
13/0.7 = 19 VA
che arrotondato verso l’alto fa 25 VA, cioè i VA che dovrà avere come minimo il gruppo di continuità e quindi potremmo star tranquilli con qualsiasi UPS che abbia almeno 25 VA.
Se invece del consumo in watt viene indicata la corrente assorbita in ampere (A), basta moltiplicare questo valore per la tensione nominale della linea (in genere 230 Volt) ed ottenere così il valore in VA.
Per quel che riguarda la durata dell’alimentazione, il calcolo è leggermente diverso e dipende anche dal modo di erogare la corrente dell’UPS.
Fortunatamente APC, produttore di UPS, ci viene in aiuto con uno strumento on-line per calcolare il modello migliore in base ai Watt che ci servono e al tempo che vogliamo mantenere in funzione le apparecchiature, ovviamente è molto utile per avere un indice di che valore VA vi serve, aldilà del costruttore di UPS che sceglierete.
Nel mio caso ho un carico di 13 W e voglio mantenerlo acceso per 5 ore avrò bisogno di una potenza di 900 VA.
Alcuni modelli di UPS hanno anche una o più ventole interne (per consentire il raffreddamento), ed oltre ad un allarme sonoro possono emettere anche dei leggeri ronzii, da considerarsi comunque normali (esistono diverse normative a tal proposito).
La vita media delle batterie può arrivare a durare diversi anni (dipende da molti fattori), comunque è buona norma caricare la prima volta le batterie dell’UPS almeno 8 ore (e possibilmente senza alcuna apparecchiatura connessa), ricordandosi che, di solito, l’UPS carica le batterie anche quando è spento (per maggiori informazioni, consulta comunque sempre il manuale).
Posizionare l’UPS sempre a terra, evita di esporlo ai raggi del sole (e al tempo stesso lontano da fonti di calore) ed ad un’eccessiva umidità e, se è possibile, collegalo ad una presa di corrente con messa a terra. Infine, spegnere l’UPS non è necessario, farlo comunque non lo danneggia.
Per quanto riguarda le marche, ce ne sono diverse: APC (secondo me tra le migliori, dopo averla provata personalmente), Atlantis, Bticino (Legrand), iTek, Eaton, Mediacom, Nilox, Online, Riello, Selet, Tecnoware e Trust. Prima dell’acquisto informati anche sulla garanzia offerta (che può variare da produttore a produttore).
Autore: GeCofreE
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