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La questione morale (ovvero come tenere un acquario senza sentirsi una bestia)

Categoria Guide, biologia, chimica, malattie

Prima che esca in una discussione, prima che esca ad animi caldi, ripropongo in contropiede io la questione morale .

Perchè (poi vediamo dove e come) salta sempre fuori la classica frase: “eh ma allora se vogliamo dirla tutta stanno meglio in natura i pesci”.
Booom.

No perchè una frase del genere io la posso anche accettare, sia chiaro. Ma la posso accettare da chi:

– Non ha l’acquario
– Sta attento a limitare il suo impatto ambientale al massimo;
– Se ha un giardino, ha il suo pond per anfibi, o quantomeno non sfalcia il prato inglese come si rade al mattino e non ci butta urea come non ci fosse un domani;
– Si impegna in qualcosa di concreto per salvaguardare il fosso davanti casa, facile fare i paladini su internet per l’Amazzonia eh?.

etica_acquario_acqua_dolce_tropicale

Da uno così lo posso anche accettare, verissimo. Ma ne avessi trovato uno di questo tipo (ambivalente: nè mi è mai stato detto da uno con tali caratteristiche, nè uno che me lo ha detto rientrava in tali caratteristiche).

Invece no. La mitica frase, è sempre l’ultima linea di difesa alle osservazioni che qualcuno di più documentato fa a una vasca che presenta qualche (eufemismo) errore.

“Hai il carassio in 20 litri? lo sai che ci vogliono vasche molto più grandi, almeno almeno un 150 litri?”
“no, non è un caraso, è un pesce rosso… eh alora sta meglio in natura!”

“Hai i neon in 40 cm? lo sai che vogliono vasche più lunghe?”
“eh ma allora in natura stanno meglio, si fa quel che si può”

“Hai pesci con valori incompatibili tra loro”
“sono tutti di allevamento e comunque li torturiamo già tenendoli in acquario”.

Allora i problemi fondamentali qui sono due. Uno di tipo morale-umano e uno di tipo tecnico-scientifico.

Se tu pensi che tenere i pesci in acquario sia una tortura, perchè diavolo ti sei fatto un’acquario? o sei uno psicopatico, o ti stai arrampicando sugli specchi. Buona la seconda (anche se sulla prima non ci metterei la mano sul fuoco). Poi guarda caso, il concetto salta fuori solamente al verificarsi delle osservazioni. Tra tenere i pesci male, e la natura, c’è il tenere i pesci come Dio comanda.

Fondamento biologico. Un pesce, ancor di più un invertebrato, rispettate le sue esigenze di spazio, chimica dell’acqua, alimentazione, allestimento, socialità non si rende conto della cattività, concetto prettamente tipico degli animali come mammiferi e uccelli, perchè dotati di una neocorteccia sviluppata. I pesci tale struttura cerebrale non l’hanno sviluppata, per cui in una vasca adatta possono vivere come se fossero ancora in natura.

Proprio così. Vasca adatta = vita come in natura. La prova? dimensioni uguali, longevità uguale o maggiore, riproduzione, e sfoggio di colorazioni e comportamenti uguali a quelli in natura (su youtube è pieno di video di pesci in natura, per cui il confronto è spesso facile). Addirittura arrivano alla vecchiaia, cosa impossibile in natura. Certo, è un concetto che si evolve nel tempo, più conoscenze abbiamo maggiori sono i fattori che consideriamo, è un concetto dinamico quello di vasca adatta. Ma tutto deve essere finalizzato ad avere maggiore cura degli animali con cui abbiamo deciso di impegnarci. Sono sempre vite nelle nostre mani, non dimentichiamolo mai!

Tutto l’ammoooooooreeeeee del mondo non compenserà mai la vasca non adatta, perchè semplicemente ai nostri pesci dell’ammoreeeeeeee non gliene frega niente (anche se nonostatante tutto la vocina scema ai miei avannotti gliela faccio anche io).

Altro argomento spinoso è quello dei pesci prelevati in natura. Li bisogna usare il buon senso. Bisogna distinguere sia a chi vanno in mano quei pesci, sia da dove provengono. Prelevare una coppia sotto controllo per riprodurla è inserirla nel circuito hobbystico è diverso da prelevare in massa in un paese dove non esiste nessun controllo, per darlo in mano a bimbi che piangono che mamma glielo compra. Per cui anche qui ci vuole una consapevolezza ancora maggiore di quello che si ha in mano.

Infine la liberazione dei pesci/rettili/anfibi in natura. Senza approfondire troppo l’argomento, non fatelo mai.

In colorado i carassi hanno praticamente invaso un lago, soppiantando la fauna locale (situazioni analoghe ci sono anche da noi, ma i pesci rossi sono pucciosi quindi fa brutto eradicarli).

Concludendo l’acquariofilia può essere per tutti, basta studiare e applicarsi con coscienza, esiste un acquario per ogni tasca e tempo, ma non per i menefreghisti e gli approssimativi.

Autore: Ale87tv

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Tag:acquario, acquario acqua dolce, acquario acqua fredda, acquario tropicale, acquariofilia consapevole, allevamento, boccia, corretto, esigenze, etica, etico, giusto, pesce rosso, Pesci, pesci acquario, vaschetta

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