Austrolebias paucisquama Location Sao Sépé
Categoria Pesci e invertebratiAustrolebias paucisquama (Ferrer dos Santos, Malabarba & Costa, 2008) Location Sao Sepe

Austrolebias paucisquama maschio, olotipo. Fonte: http://www.scielo.br/
Etimologia
Austrolebias deriva da Austro che si riferisce all’emisfero del sud, da dove proviene il genere mentre Lebias è un taxon di piccoli pesci; paucisquama si riferisce alle poche squame (riferite al basso numero di squame attorno al peduncolo caudale).
Sinonimi e nomi comuni
Nomi comuni: –
Sinonimi: –
Sistematica
Ordine: Cyprinodontiformes
Famiglia: Rivulidae
Genere: Austolebias
Distribuzione e habitat
L’Austrolebias paucisquama è un piccolo killifish annuale, originario del sud del Brasile.
Austolebias paucisquama è stato descritta per la prima volta nel 2008 (Neotropical Ichthyology, vol.6 no.2 Porto Alegre 2008, Juliano FerrerI; Luiz R. MalabarbaI; Wilson J. E. M. CostaII, LINK) da Juliano FerrerI; Luiz R. MalabarbaI; Wilson J. E. M. CostaII, su esemplari raccolti nel 2004 e nel 2005, raccolta avvenuta nel bacino scolante del rio Vacacaí, un affluente del rio Jacuì, regione del Rio Grande do Sul, Brasile.

Localizzazione della raccolta degli esemplari olotipo di Austrolebias paucisquama. Fonte: http://www.scielo.br/
L’habitat di Austrolebias paucisquama consiste in un insieme di pozze temporanee, vicino all’autostrada BR290 Highway, con altitudine di 154 metri sul livello del mare. Le pozze sono completamente coperte di vegetazione emersa, e di profondità massima di 50 cm, e vengono usate come pascolo per il bestiame. Da notare che il primo corpo d’acqua permanente è distante dalla zona di raccolta, e che questi sono stati gli unici pesci trovati nelle pozze. La fragilità di questo ambiente e la sua diffusione su un’areale limitato mette questa specie a rischio di estinzione.

Habitat di Austrolebias paucisquama. Fonte: http://www.scielo.br/
Ecologia
Cites: non in lista
Iucn red list: non valutato
Origine degli esemplari: questa specie si riesce a reperire esclusivamente attraverso lo scambio tra appassionati ed è importante mantenere la location durante gli scambi.
Descrizione
Austrolebias paucisquama fa parte delle specie del gruppo Austrolebias alexandri, presentando le apomorfiche (elementi comuni a tutto il gruppo in esame) iridescenze blu chiaro e le pinne grigio scuro nei maschi.
Infatti le pinne pettorali di colore grigio associate alle iridiscenze blu chiaro nei maschi distinguono Austrolebias paucisaquama dalle altre specie del genere Austrolebias, ad eccezione di quelle del gruppo Austrolebias alexandri.
Lo scarso numero di scaglie attorno al peduncolo caudale (12 contro le 16 o più) e il minore numero di raggi della pinna dorsale nei maschi (17-21 contro i 20 o più di Austrolebias litzi e Austrolebias nigripinnis, 21 o più in A. affinis, A. alexandri, A. cyaneus, A. juanlangi e A. luzardoi; 22 o più in A. duraznensis, A. ibicuiensis, A. paranaensis, A. periodicus) distinguono Austrolebias paucisquama dalle altre specie del gruppo A. alexandri.
L’elemento distintivo di Austrolebias paucisquama da tutte le altre specie del genere è l’assenza degli organi di contatto nelle pinne pettorali dei maschi, il ridotto numero di scaglie attorno al peduncolo caudale, il ridotto numero di raggi della pinna dorsale e lo schema delle macchie nere, concentrate sulla parte posteriore del corpo, su fondo chiaro delle femmine.
L’Austrolebias paucisquama raggiunge una lunghezza tra i 2,5 e i 3,5 cm, i maschi sono in media leggermente più piccoli delle femmine. I dati morfometrici sono riportati nella tabella sottostante.
Il maschio più grande tra quelli raccolti misurava 34.2 mm SL, la femmina più grande 34.8mm SL. il corpo è compresso lateralmente. Il profilo frontale della pinna dorsale si presenta leggermente concavo, più evidente nelle femmine.
Il profilo dorsale dalla nuca all’inserzione dell’ultimo dei raggi della pinna dorsale è convesso. Il profilo ventrale, dalla mascella inferiore all’inserzione dell’ultimo raggio della pinna anale risulta concavo.
Il profilo dorsale e ventrale del peduncolo caudale sono quasi dritti. La larghezza massima del corpo di Austrolebias paucisquama è di almeno 2,21 volte l’altezza. L’altezza massima si ha in concomitanza con l’inserzione delle pinne pelviche. Il muso è arrotondato, le mascelle sono corte.
Le pinne dorsali e anali sono arrotondate. Il raggio anteriore delle pinne anali nelle femmine è prolungato, a formare un lobo anteriore; nei maschi il lobo è assente e i raggi della pinna anale sono tutti della stessa lunghezza.
La pinna anale ha origine appena anteriormente o appena posteriormente in linea con l’inizio della pinna dorsale nei maschi; mentre nelle femmine posteriormente, corrispondente tra la base del secondo alla base del quarto raggio dorsale. La base della pinna dorsale ha origine tra l’ottava e nona costola pleurale e tra l’undicesima e dodicesima costola pleurale nelle femmine.
La papilla urogenitale non è attaccata alla pinna anale. La pinna caudale è arrotondata. Le pinne pettorali sono ellittiche, il margine posteriore corrisponde alla verticale tra la papilla urogenitale e la base del secondo raggio della pinna anale nei maschi, raggiungendo, o quasi, la base delle pinne pelviche nelle femmine.
L’estremità di ogniuna delle pinne pelviche raggiunge la base del secondo o terzo raggio della pinna anale nei maschi, tra la papilla urogenitale e la base del primo raggio della pinna anale nelle femmine.
La base delle pinne pelviche è molto vicina, ma la membrana mediana non è unita. La pinna dorsale conta tra i 17 e i 21 raggi nei maschi e tra i 15 e i 21 nelle femmine.
La pinna anale conta tra i 19 e i 23 raggi nei maschi e tra i 17 e i 19 nelle femmine. La caudale conta tra 23 e 27 raggi, comunemente 25. Le pinne pettoralipresentano 11 raggi, raramente 12. Le pinne pelviche hanno tra i 4 e i 5 raggi.
Le scaglie sono large e cicloidi. Tronco e testa squamate, eccetto la superficie ventrale della testa. Scaglie assenti sulla base delle pinne dorsali e anali, e due file di scaglie alla base della pinna caudale.
La squamatura frontale ha un disegno ad H. Le serie longitudinali di scaglie sono 25- 26, regolarmente disposte; le serie transerversali sono 11-13, le file di scaglie del peduncolo caudale sono 12. Un minuscolo organo di contatto è presenre su ogniuna delle scaglie della porzione anteroventrale del fianco nel maschio. Non ci sono organi di contatto sulle pinne.
Neuromasti cefalici: sopraorbitali 15 -21, parietali 1, anteriori rostrali 1, posteriori rostrali 1, infraorbitali 24-28, preorbitali 2, auricolari 1-2, post-auricolari 1-3, sopratemporale 1, mediano – operculari 1, ventrale operculare 2, pre-operculare 19 – 22, mandibolari 8-11, laterale-mandibulare 4-6. Sei raggi branchiostegali. Filamenti branchiali sul primo arco branchiale da 2 a 8. Numero di vertebre totali da 28 a 30.

Maschio di Austrolebias paucisquama. Foto di Marco Vaccari.

Maschi di di Austrolebias paucisquama, in vivo e conservato. Fonte: http://www.scielo.br
Il colore di fondo del maschio di Austrolebias paucisquama è grigio scuro. Lati del corpo con 6,7 o raramente 8 barre verticali verde-blu iridescente, due o tre volte più strette rispetto allo spazio tra ogni coppia di barre, e non estese al dorso. Papilla urogenitale grigia. Regione operculare e infraorbitale verde-blu, con una barra scura che attraversa l’occhio e una macchia triangolare grigiastra dorso-posteriore all’occhio, che non raggiunge però i neuromasti parietali. L’iride è bianca anteriormente o posteriormente, una barra verticale rossa e nera pigmentata attraversa il centro dell’occhio. Le pinne dorsali e anali sono verdi-blu iridescenti, talvolta con macchie chiare, spesso grigiastre vicino alla base delle pinne.
La pinna caudale è di un verde blu iridescente, ad eccezione della porzione distale. Le pinne pettorali e pelviche sono di un blu iridescente. I bordi distali delle pinne dorsali, anali, pettorali e pelviche sono pigmentati di nero.

La femmina di A. paucisquama location Sao Sépé. Foto di Marco Vaccari
Il colore di fondo della femmina di Austrolebias paucisquama è un marroncino molto chiaro. I lati del corpo presentano un numero elevato di macchie nero scuro, distrubite principalmente sulla parte posteriore del corpo. Una linea viola è distinguibile approssivamente dal ventaglio hypurale. Il ventre è dorato in tutte le femmine osservate. La papilla urogenitale è chiara. La regione operculare, e talvolta la regione infraorbitale, è verde chiaro, con una stretta barra scura verticale attraverso l’occhio. L’iride è bianca anteriormente e posteriormente e anteriormmente, la pupilla è pigmentanta nera. Tutte le pinne sono ialine.
Nel video, maschio e femmina di Austrolebias paucisquama.
Austrolebias paucisquama è una specie da ospitare assolutamente in monospecifico. Non presenta un’aggressività intraspecifica sviluppata particolarmente elevata, sono comunque comuni inseguimenti e parate sopra i luoghi di deposizione. Una buona idea è mettere più contenitori di deposizione separate da barriere visive, in modo che gli inseguimenti siano rituali e di breve durata.
Dimensione e allestimento della vasca
Per allevare Austrolebias paucisquama è bene disporre di una vasca di almeno 30 X 30 cm di base per un trio, ma è decisamente più indicato un lato lungo di 50 cm, dove ospitare un piccolo gruppetto. L’illuminazione deve essere molto tenue, sono molto indicate piante poco esigenti, come Najas sp. e Ceratophillum sp. .
La scelta del fondo per Austrolebias paucisquama è fondamentale, dato che per deporre e fecondare le uova si immerge completamente nel substrato. In caso di piccole vasche temoranee destinate alla riproduzione si può optare a un fondo alto 3-4 cm di torba bruna che va sostituita una volta ogni 7 – 10 giorni.
Tuttavia se abbiamo allestito una vasca di dimensioni maggiori, la soluzione più indicata è quella di inserire dei vasi in materiale trasparente con la torba all’interno, da controllare sempre ogni 7-10 giorni. Il restante fondo deve essere, se è presente, di natura decisamente grossolana e arrotondati come dei ciotoli. In tale fondo, l’Austrolebias paucisquama non prova nemmeno ad infossarsi, mentre in fondi medi e fini tenda di deporre e di infossarsi, presentando la possibilità di ferirsi anche seriamente. I cambi vanno fatti goccia a goccia, e un piccolo filtro male non fa. La vasca è bene che sia chiusa, anche se gli Austrolebias paucisquama non sono saltatori provetti come altri killi.
Nel video, si vede una coppia nel primo minuto, poi si tratta di un congenere in una vasca a fianco
Chimica dell’acqua e stagionalità
pH: a
Gh: 15
Kh: 10
Temperatura: 15° -25°C, optimum tra i 18 e i 23°C
Stagionalità: non necessaria, vivono in natura solo la stagione delle piogge. Si rivela utile un cucchiaino di sale da cucina ogni 10 litri d’acqua per diminuire le insorgenze di parassitosi.
Alimentazione
Per accrescere Austrolebias paucisquama assolutamente naupli di artemia dopo la schiusa. Possono essere anche fornite anguillole dell’aceto, con moderazione. Successivamente possono essere fornite dafnie, artemie adulte, congelato di artemia, chironomus e larve di zanzara. Attenzione a non sottoalimentare, ma nemmeno a eccedere, Austrolebias paucisquama necessita di un’alimentazione nutriente come in natura per svilupparsi al meglio.
Il granulare non viene considerato.
Dimorfismo sessuale e riproduzione
Austrolebias paucisquama è un killifish a ciclo annuale.
La diapausa in torba umida dura 3 mesi a 24°C (ma il tempo è molto variabile, si può tranquillamente arrivare a 5 mesi con temperature più basse). Importante, durante l’incubazione, controllare lo sviluppo delle uova.
La schiusa può avvenire in una vaschettina rettangolare, con 1 cucchiaino di sale ogni 10 litri d’acqua e un livello di 1-2 dita d’acqua (per ridurre al minimo il rischio di belly slider), l’aggiunta di acqua e i successivi cambi vanno fatti sempre goccia a goccia; alcuni naupli di artemia vanno inseriti con le uova, stimolandone la schiusa.
Appena nati vanno alimentati con naupli di artemia appena schiusi, prestando attenzione a non sottoalimentare (hanno un accrescimento molto rapido rispetto agli altri ordini, anche se non sono tra gli annuali più veloci). Dopo una settimana potete spostarli in una vasca attorno a 10 litri, e riasciugare la torba per ribagnarla e far schiudere le uova rimaste fra 3 settimante.
A tre – quattro settimane di vita potete spostare gli Austrolebias paucisquama nella vasca definitiva, e i maschi dovrebbero cominciare a mostrare delle pallide striature. Importante continuare con i cambi goccia a goccia, anche da adulti, il rischio di belly slider continua fino al termine dello sviluppo. Tra i maschi emergerà un dominante che si approprierà di un luogo di deposizione, ma è importante che ve ne siano più di uno per consentire una maggiore variabilità genetica. Entro i due mesi di età inserite il contenitore con la torba in cui si infosseranno le coppie per deporre. Controllate la torba ogni 2 settimane e cambiate la torba nel vasetto con la stessa frequenza, non preoccupatevi se la torba non ha un buon odore.
Dopo la raccolta conservate le uova in piccoli contenitori con della torba umida, avendo cura di eliminare le uova che diventano bianche e ammuffiscono.
Austrolebias paucisquama ha un ciclo vitale che va da 8 a 12 mesi. Se dovete scambiarli, meglio non scendere sotto le 40 uova a pacchetto, da diversi contenitori per la riproduzione, per dare modo a chi li riceve di avere la certezza di poter partire con una nuova stirpe abbastanza varia geneticamente. Il loro allevamento non è difficile, ma senz’altro impegnativo nelle prime fasi in termine di tempo.
Avanotti di Austrolebias paucisquama
Note
Sono entrato in possesso di Austrolebias paucisquama a settembre 2011, tramite delle uova datemi da Marco Vaccari che non finirò mai di ringraziare.
Nell’hobby sono presenti due ceppi della stessa location: Austrolebias paucisquama “TT Sao Sépé” e Austrolebias paucisquama “TT Sao Sépé DN 08-09″. Riferirsi a una location è essenziale parlando di killi, dato che spesso differenti location di una stessa specie si rivelano in seguito differenti specie.
Il genere Austrolebias è a rischio di estinzione, a causa della rarefazione degli habitat. Fortunatamente nell’hobby si trovano sempre uova da esemplari allevati in purezza con location.
Bibliografia
- Neotropical Ichthyology, vol.6 no.2 Porto Alegre 2008, Juliano FerrerI; Luiz R. MalabarbaI; Wilson J. E. M. CostaII,http://www.scielo.br/scielo.php?scri…52008000200004
- http://www.fishbase.org/
- https://austrolebiasproject.wordpress.com
- Myers, P., R. Espinosa, C. S. Parr, T. Jones, G. S. Hammond, and T. A. Dewey. 2014. The Animal Diversity Web (online). Accessed athttp://animaldiversity.org.
- images.killi.net
- foto di Marco Vaccari
- foto di Ale87tv se non indicato
- video da youtube
Autore: Ale87tv
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